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Umberto NOBILE, L'ITALIA AL POLO NORD. Mondadori 1930. Illustrato, con carte geografiche dimostrative
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Qualche piccolo segno del tempo sui bordi di copertina, un lieve taglio della tela alla cerniera sinistra, margini del piatto stanchi. Bruniture e aloni nelle sguardie. Generica rossatura dei bordi delle pagine.
La copertina originale, almeno il piatto principale, è stato conservato sciolto nel volume
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Attilio Longoni
(pioniere dell'aviazione, giornalista e politico italiano. Fu segretario nel 1919 dei Fasci italiani di combattimento)
FASCISMO E AVIAZIONE: gli aviatori nella rivoluzione fascista.
Edizioni Azzurre, Milano 1931 - IX.
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GABRIELE D'ANNUNZIO MARINAIO E AVIATORE NAVALE
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Nato a Madrid nel 1873, terzogenito del re di Spagna Amedeo d'Aosta, Luigi Amedeo, si dedicò fin da giovanissimo alle sue grandi passioni: l'avventura e l'esplorazione. Conclusa l'Accademia navale, viaggiò per mare in tutto il mondo e fra il 1897 e il 1899 realizzò le sue prime spedizioni importanti in Alaska, di cui la seconda raggiunse la latitudine Nord più avanzata dell'epoca. Tra il 1903 e il 1905 circumnavigò la terra passando per lo stretto di Magellano, toccando Cina e Australia e tornando per il mar Rosso. Nel 1906, in veste di alpinista, riuscì a raggiungere le cime più alte della catena del Ruwenzori, vicina alle sorgenti del Nilo.
LUIGI BARZINI senior
LA METà DEL MONDO VISTA DA UN'AUTOMOBILE -
DA PECHINO A PARIGI IN SESSANTA GIORNI
con introduzione del Principe Scipione Borghese
126 ILLUSTRAZIONI ORIGINALI, 13 TAVOLE COLORATE*, UNA GRANDE CARTA ITINERARIA (lunghissima ripiegata una decina di volte)
Milano, Ulrico Hoepli Editore
1929
*attenzione per "colorate" non intende a colori, sono sempre seppia.
Barzini dimostra tutto il suo talento di scrittore in quest'opera, raccontando un mondo che non esiste più con lo stile asciutto del cronista, facendo un report accurato di quanto successo durante il viaggio da Pechino a Parigi, compiuto nel 1907 agli albori dell'industria automobilistica.
Volume assolutamente da avere per gli amanti della narrativa di viaggio
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LA METà DEL MONDO VISTA DA UN'AUTOMOBILE -
DA PECHINO A PARIGI IN SESSANTA GIORNI
con introduzione del Principe Scipione Borghese
126 ILLUSTRAZIONI ORIGINALI, 13 TAVOLE , UNA GRANDE CARTA ITINERARIA (lunghissima ripiegata una decina di volte)
Milano, Ulrico Hoepli Editore
1924
QUINTA EDIZIONE
Rilegatura in mezza pelle con filettature e caratteri dorati, piatti in tela cerata.
Barzini dimostra tutto il suo talento di scrittore in quest'opera, raccontando un mondo che non esiste più con lo stile asciutto del cronista, facendo un report accurato di quanto successo durante il viaggio da Pechino a Parigi, compiuto nel 1907 agli albori dell'industria automobilistica.
Volume assolutamente da avere per gli amanti della narrativa di viaggio
S.A.R. LUIGI AMEDEO DI SAVOIA Duca degli Abruzzi
con U. Cagni, A. Cavalli Molinelli
LA STELLA POLARE.
NEL MARE ARTICO 1899-1900
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Quinta Edizione - (seconda edizione popolare)
ULRICO HOEPLI editore libraio della Real Casa
1913
Rilegato in mezza pelle con piatti in tela cerata, 520 pagine, due lunghissime foto panoramiche del Polo Nord più volte ripiegate e di circa 1 metro la prima, raffiguranti la Baia di Teplitz e l'Isola di Northbrook. Nel retro del piatto posteriore è presente un taschino di carta, dove un tempo c'erano 2 cartine geografiche extra, che non sono presenti.
L'Eredità di Satana
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Milano, Fratelli Treves Editori
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L'ITALIA AL POLO NORD
Praticamente nel 1926 nobile si imbarcò per la seconda volta al polo col dirigibile, probabilmente spinto da pura vanità, e a un tratto il grosso ed enfio strumento precipitette al suolo, cioè sul ghiaccio, e scaraventó fuori metá dell'equipaggio, mentre l'altra metà fu trascinata via dal pallone rialzatosi e mai più trovata. nel suo libro nobile sostiene che subito dopo l'impatto, con un braccio e una gamba rotti, la testa sanguinante e abbandonato su un isolotto di ghiaccio, essendo certo di morire la prima cosa che gli venne da urlare fu "viva l'Italia!", e non "porcoddio".
Va anche detto che nel libro nobile ha cura di scaricare la responsabilità della tragedia sul meteorologo straniero che si era portato appresso. lui infatti non voleva tornare indietro controvento, ma farsi portare dal polo al canada: però il meteorologo gli disse che era meglio continuare controvento, perché in breve sarebbe cambiato e li avrebbe spinti verso la base. così non fu, e non è facile dare torto a nobile, visto che il meteorologo perì e quindi non poté dire la sua.
nel secondo volumetto nobile racconta il mese e mezzo di sopravvivenza tra i ghiacci. lui e i suoi straccioni ebbero infatti il culo che dal dirigibile in frantumi caddero provviste e anche una radio, miracolosamente funzionante. altra botta di culo fu avere una pistola, con cui l'altro straniero della spedizione seccò un orso. tra parentesi in tutto il racconto è evidente l'amore di nobile per gli animali, visto che compatisce l'orso e comunque si porta sempre dietro la sua cagna. l'uomo, oltre che un vanesio, doveva anche essere un mentecatto, ma l'accusa peggiore che gli fecero fu quella di viltà, perchè quando arrivarono i soccorsi lui fu salvato per primo, mentre l'onore militare prevedeva che il comandante dovesse fare luogo agli altri.
per giustificarsi nobile disse che il soccorritore aveva preteso di portare via lui per primo, perchè sarebbe stato utile per guidare i soccorsi. in realtà pare che così non fosse, e si dice anche che salvarono subito lui perchè era quello dotato dell'assicurazione sulla vita più cospicua. i soccorsi, nel complesso, furono un mezzo disastro: in effetti morirono più soccorritori di quanti furono i salvati, e morì anche amundsen, che nella precedente spedizione del norge aveva polemizzato coin nobile. partì col sua aereo per salvare l'italiano, che probabilmente non se lo meritava, e sparì nel bianco.
il dirigibile con le altre vittime non fu mai trovato (tra parentesi, ricordo di aver letto anni fa un racconto ucronico su questa storia del dirigibile italia, e mi sembrò anche bello, ma non ricordo l'autore e nemmeno la trama). dopo questo disastro nobile, che aveva alcuni nemici tra i fascisti, cadde in disgrazia e se ne andò in russia, dove lavorò alla costruzione di altri dirigibili. era convinto che fossero una bella idea, nonostante la loro fragilità fosse a tutti evidente. persino nel suo racconto ci sono moltissimi elementi che fanno capire quanto fosse assurdo puntare sui dirigibili invece che sugli aerei, e però lui non se ne faceva persuaso.
dopo la seconda guerra mondiale, essendo un vanesio, un velleitario e probabilmente anche un vile, pensò bene di candidarsi coi comunisti, ed ebbe infatti notevole successo. il fatto è che nobile, nonostante si definisca continuamente capo e generale, in realtà non era un militare: i fascisti gli avevano dato un grado più che altro per motivi pubblicitari. di fatto, e nel cuore, nobile era un ingegnere, ed era anche convintissimo di essere l'unico a capirne di operazioni di salvataggio di dirigibili schiantati al polo nord, da cui la sua petulante polemica con la marina italiana.
che, è pacifico, operò con la perizia tipica degli schettino e dei marò, e in pratica non mosse quasi un dito per salvare gli italiani. furono svedesi e russi a salvarli.
UMBERTO NOBILE
L'ITALIA AL POLO NORD
MONDADORI 1930, terza edizione stesso anno della prima
172 illustrazioni fotografiche e grafici; 2 magnifiche foto panoramiche "a volo d'uccello" più volte ripiegate
entrambe le cartine geografiche dimostrative ripiegate.
Rilegatura coeva d'amatore (piatto dell'originale in brossura conservato sciolto nel volume), in mezza tela, caratteri dorati al dorso e piatti marmorizzati. PP 480+XX
Raggiungere il Polo Nord con un dirigibile per compiere rilevamenti geografici e scientifici: perciò Nobile progettò l’'Italia' e organizzò una nuova spedizione aerea polare, dopo quella effettuata con successo del Norge. L’impresa ebbe però esito tragico: il 23 maggio 1928 l’aeronave precipitò, 7 uomini morirono e i superstiti portati in salvo solo il 12 luglio