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LIONARDO SALVIATI, OPERE. 5 tomi, 1809. Della lingua sopra'l Decamerone + Dialogo d'Amicizia + Orazioni e Commedie. LINGUISTICA
213,00 €
L’opera, antica di oltre 210 anni presenta gli ovvi segni del tempo e dell’uso, complessivamente piuttosto modesti, sparpagliati nei vari volumi che sono assolutamente integri e quasi sempre bianca e pulita è la carta; i tomi sono di fatto intonsi, come denunciano le molte pagine non ancora tagliate.
Ci rifiutiamo di fare elenchi volume per volume di singoli isolati “segni del tempo”, basti sapere che qua è là nelle sguardie, prime o ultime carte possono rilevarsi delle lentiggini, dei modesti lavori d’antico tarlo estinto, qualche vecchio segno di catalogazione in lapis e per antica mano, qualche alone, qualche brunitura ai margini, dei logoramenti con consunzione e margine brunastro (in taluni tomi) dell’angolo inferiore della pagina da remoto reiterato sfogliamento, cosa che peraltro cessa dopo le prime pagine. Nelle sguardie e controsguardie, in qualche ultima carta può rilevarsi qualche sporadica fioritura o macchiolina.
Il taglio delle pagine, com’era consueto all’epoca è spesso irregolare.
Stanchezza agli angoli dei piatti con brandelli caduti della patina di carta marmorizzata. Controluce in qualche caso si nota qualche crepatura del cartone del piatto.
L’opera va considerata davvero in buono stato. Le foto sono parte integrante della descrizione.
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LIONARDO SALVIATI, OPERE
OPERE del cavaliere LIONARDO SALVIATI
Milano, Dalla Società Tipografica de’ Classici Italiani
1809-1810
edizione numerata n° 559
5 VOLUMI
rilegati in mezza pelle, caratteri dorati al dorso, piatti marmorizzati. Cm 15,5x22x(somme dorsi)19,5. PP XX-596+357+414+380+352
Importante raccolta delle opere del Salviati, fondatore dell'Accademia della Crusca
TOMO 1
CINQUE LEZIONI
Nota degli editori e un “Elogio” del Salviati; quindi dalla lettera di Alessandro Canigiani al rev. Don Silvano Razzi monaco camaldolese già primo curatore dell’opera salvitiana e dalla lunga dedicatoria dell'Autore al fratello Alamanno.
Dialogo d'amicizia in cinque lezioni: Della natura e del principio della speranza, D'alcuni effetti della speranza, e di quella di alcune altre passioni, Della felicità, Intorno alle parole del sonetto del Petrarca "poi che voi ed io più volte abbiam provato", Intorno alle parole del sonetto; e le due commedie "La spina" ed "Il granchio".
TOMI 2-3-4
DEGLI AVVERTIMENTI DELLA LINGUA SOPRA’L DECAMERONE
vol. 1 - Nel qual si rende ragione partitamente della correzione, e scrittura di quell’opera ristampata l’anno 1582
vol. 2 - Delle Lettere, e dell’Ortografia
vol. 3 – Il primo del Nome e d’una parte, che l’accompagna. Il secondo dell’Articolo e del Vicecaso
TOMO 5
ORAZIONI
Ogni volume ha notevole numero di pagine in finale con “Tavole” dettagliate, pratiche e leziose insieme, su ogni capitolo, paragrafo, argomento trattato e nome citato, dove spesso s’aggiungono ulteriori informazioni alla materia trattata.
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Importante raccolta delle opere del Salviati, fondatore dell'Accademia della Crusca. Insigne filologo che rielaborò (e manomise) il Decameron di Boccaccio, cultore della purezza del "favellare fiorentino"; questa importante raccolta, pur contenente opere letterarie del Salviati, è eminentemente un importantissimo trattato di linguistica, filologia e grammatica "fiorentina" - ovvero italiana - del Rinascimento italiano.
Lionardo Salviati (Firenze, 1540-1589), esponente di un’illustre famiglia fiorentina, è uno dei principali protagonisti del dibattito sulla lingua nella seconda metà del Cinquecento, noto soprattutto per il suo ruolo di fondatore dell’Accademia della Crusca con il nome di Infarinato. Allievo di Benedetto Varchi, nel 1564, in una riunione dell’Accademia fiorentina, esprime le proprie opinioni linguistiche pronunciando l’Orazione in lode della fiorentina favella. Salviati rivendica con forza il primato del fiorentino, lingua viva ma con una tradizione letteraria che culmina in Dante. Maggiori indicazioni sulla fisionomia della lingua che Salviati intende promuovere si ricavano da altre sue opere, in particolare dall’edizione purgata del Decamerone (1582) e dagli Avvertimenti della lingua sopra il Decamerone (1584-1586) in cui vengono esposti i criteri linguistici e filologici seguiti nella revisione del testo di Boccaccio. In particolare, Salviati propone di attenersi al fiorentino del Trecento per il lessico ma di modernizzare grafia e pronuncia eliminando, per esempio, i nessi consonantici latineggianti (abstracto e notitia vengono sostituiti da astratto e notizia). A questi principi – e all’idea di Salviati che gli esempi di buona lingua si trovino anche nelle scritture fiorentine non letterarie del Trecento – si atterranno gli accademici nel compilare la prima edizione del Vocabolario della Crusca. Tra gli scritti di Salviati, oltre a due commedie e a una raccolta di Proverbi toscani, figurano anche molti opuscoli polemici contro Torquato Tasso, colpevole di non aver rispettato l’egemonia del fiorentino.