La biografia di Comisso, ad opera di Nico Naldini è uscita nel 1985 per Einaudi e ristampata nel 2002 dall'Ancora del Mediterraneo. Il libro più che una biografia è un romanzo poetico.
Forse è arrivato il momento , per Giovanni Comisso, di uscire dalla dimenticanza, dall’ oblio in cui è stato tenuto per troppo tempo, per essere riconosciuto ,come merita, uno dei grandi del nostro ‘900. Segnali sono la ristampa di alcune opere, il Meridiano Mondadori a lui dedicato, l’interesse dei critici più giovani, ormai liberi dalle vecchie accademie e dai soloni della critica togata. Segnali confusi, a volte superficiali ma sono sempre segni di un attenzione che si spera conquisti lettori .Dal suo felice esordio narrativo con 'Il porto dell' amore', i nomi più belli della letteratura italiana e della critica hanno espresso il loro apprezzamento per Comisso , da Montale a Svevo, da La Capria , a Saba , da Cecchi a Contini. Ma era praticamente sconosciuto all'estero e in Italia conoscerà l'amarezza del rifiuto editoriale. Al grande pubblico era ignoto . Tante sono le ragioni di questo isolamento. Comisso era uno scrittore individualista, un battitore libero, lontano dai cenacoli letterari ; era apolitico in un periodo in cui prevaleva una cultura di sinistra fortemente ideologizzata ; lo stile di Comisso era originale : pareva svagato ed era al contrario ricco e concreto, denso di umori e sapori. Chi ha avuto la fortuna di vivere nell’ Italia degli anni ’50 e ’60 e di conoscere il popolo gentile e schietto che l’ abitava, leggendo Comisso si riappropria di memorie , modi e sapori e gusti di allora e si ritrova, si rilegge, si riconosce. C’ è una leggerezza in Comisso che è non è superficialità ma il contrario esatto della ‘pesantezza’ nella quale oggi siamo immersi. Era bizzarro, lunatico e i mediocri avevano buon gioco nel ritenerlo pazzo. I lampi della sua pazzia erano i momenti della sua creatività. Anche la sua omosessualità era 'diversa' ( nella campagna intorno a Treviso ha lasciato qualche figlio). La sua era una sessualità pagana , panica , senza remore e costruzioni ideologiche e mentali. La grande originalità di Comisso uomo e scrittore fu il suo essere bambino, anche negli ultimi anni. La sua vita fu 'verde', immersa in un bagno di natura , che solo lui sa esprimere in un continuo guizzare di sensazioni che non trovano riscontro in nessun narratore italiano del '900. Naldini , in questa magnifica 'Vita' punta sulla scrittura di Comisso , affidandosi ad essa per illuminare l'uomo. Tanti tasselli delle sue opere ( Gente di mare, La mia casa in campagna, Storia di un patrimonio ) si compongono in un disegno compiuto che racconta Comisso nella sua verità, cosi atipica. . Passa la prima guerra mondiale ( sulla quale scrive un libro ), passa il fascismo , passa la follia della seconda guerra e Comisso dà conto dei fatti, registrandoli come fossero crepe, terremoti, disastri naturali. Li vede, li sente ma non teorizza , non tenta spiegazioni. Nel mondo 'bambino' di Comisso tutto è viscerale, fresco, giovane fino agli anni della vecchiaia, tutto è tradotto in parole che trafiggono cose, persone, situazioni, Il mondo è amato quasi per intero , compresa la malinconia che del mondo fa parte . Una vita a rotta di collo con gli occhi sempre aperti a cogliere l'incanto prodotto dalla fisicità delle cose, dallo spettacolo del mondo. Poteva essere il tuono di un cannone, un temporale, un nuovo amore ,una piantina appena spuntata dalla terra ;tutto per lui andava assorbito voracemente, paganamente. Al ritorno dei suoi viaggi in posti lontani , dove lo portava il lavoro, la curiosità, l' amore , si rifugiava nella campagna vicino a Treviso ,in un paese dal curioso nome di Zero Branco. Qui viveva da contadino , modestamente , occupandosi di orti, buoi e semine. Ma aveva una profonda cultura e fu amico di artisti, in tutti i campi. Nel libro ‘La mia vita con De Pisis’ ho già detto del suo affetto fraterno per il pittore, con il quale scambiò lettere folli e dolcissime per tutta la vita. La grande originalità di Comisso era la giovinezza, l’innamoramento, l’energia sessuale che miracolosamente conservò fino alla morte. Quello che incanta in Comisso , nella sua prosa è il suo essere bambino. Bambino rimase miracolosamente fino al termine della sua vita. Non raggiunse mai la maturità e men che mai la vecchiaia ; errava correndo tra le nevi, i prati, i boschi , tra i corpi di uomini e donne, goloso di vita, felice, i sensi e le energie intatti fino all’ultimo.
Ma nella dolce terra veneta , a Zero Branco, inizia per Comisso un nuovo viaggio, il senso di un nuovo vivere in cui appagarsi; l'invito a vivere nella natura diventa invito ad amare, a darsi agli altri. Nasce l'affetto per il giovane Guido, che assume ben presto il carattere di un' autentica passione paterna , o forse lo struggimento per una mancata paternità . E' qui che il gioco si fa precario, illusorio. La natura si riproduce , compie il suo eterno ciclo e lo scrittore avvertè la sua incapacità a rigenerarsi, a riprodursi. Guido accetta in un primo tempo la sua guida, ma infine si ribella , si allontana. Comisso resta solo, nell' inutilità della propria esistenza.
<< non ritornera più , non lo rivedrò più, attendo solo che mi appaia in sogno >> ( 2 giugno )
<< Tormento di legarsi agli affetti e poi la morte ti rivela che ci siamo legati al nulla. Questo far consistere tutta la nostra vita nella vita di un altro essere e, se questo muore è la nostra morte >> ( 30 giugno )
<< Questa morte di Guido, dell' essere che più ho amato nella vita, mi fa odiare e maledire la vita, essa è come un bel frutteto ma dentro amaro di marcio. Maledetta la vita. Eppure vendicarmi di questa vita con un' opera che la smascheri !>>
( 8 luglio )
Il giovane Pan ha ritrovato le sue sembianze umane e mortali.