L'ultimo delicato romanzo di Pitigrilli, pieno di una ironia ormai antica, chiuso pochi mesi prima della morte e dedicato all'ultimo e forse unico sostegno della seconda sventurata fase della sua vita, quella dell'ostracismo e dell'isolamento, dell'esilio anche e della damnatio memoriae di un grande scrittore del XX secolo, brillante e temuto, temerario anche e spericolato, ridotto da alcuni suoi errori ma anche e soprattutto da invidie e opportunismi di colleghi, a semplice "spia". Quell'alleata è la moglie, Lina Furlan, una grande giurista torinese, una delle prime donne penalista in Italia
In DOLICOCEFALA BIONDA, l'autore apre uno squarcio ironico, e a volte amaro, sulla vita di un medico-mago, affarista intraprendente, amatore di successo e intellettuale brillante. Avventure paradossali, personaggi da operetta, drammi profondi sempre attraversati da un'ironia diffusa, ci intrattengono amabilmente per farci apprezzare ancora di più la brillante intelligenza dell'autore
Tradotto per la prima volta dal tedesco in italiano
da G.E. Furzi
introduzione di Ludwig Tieck
Firenze, per V. Batelli e compagni
1843
LA 1ª EDIZIONE italiana
in una pregiata stampa di piccolo formato,
ILLUSTRATA con 9 incisioni su disegno di Giuseppe Gozzini e incisione di Francesco Emanuele Scotto
al frontespizio ritratto di donna Vittoria, disegnato da G. Tobino e stampato dal litografo Vincenzo Batelli
Rilegato in mezza pelle nera, fregi e caratteri dorati al dorso, piatti marmorizzati, cm 11x17, pp 590, testatine incise a inizio d'ogni capitolo
Il famoso romanzo storico e ultima grande opera del poeta prussiano, ispirato alla tregenda cinquecentesca della Nobildonna Accoramboni, nipote di papa Sisto V