Segni, sentieri, solitudini. Ivo Andrić tra Oriente e Occidente. Cronologia. Nota all’edizione. La cronaca di Travnik. Il ponte sulla Drina. RACCONTI: Racconto dal Giappone. L’amore nella kasaba. Il ponte sulla Žepa. Mara la concubina. I tempi di Anika. I ponti. Conversazione con Goya. Sentieri. Una lettera del 1920. La storia dell’elefante del visir. Aska e il lupo. La Corte del diavolo. Jelena, la donna che non c’è. Da «Segni lungo il cammino». Note e notizie sui testi. Glossario. Bibliografia. pp. LXX-1528
Traduttore: Gabriella Bertini Carageani. A cura di Gheorghe Carageani
brossura con alette, pp 550, cm 15x21
figlio di un ebreo e di una rumena, intellettuale, giornalista, giurista, subisce prima il regime fascista di Antonescu, poi il regime comunista di Ceausescu, e il carcere; e tuttavia nel carcere comunista conosce la "gioia": si converte al cristianesimo, decide che diventerà (e diventa) un monaco ortodosso, e scrive questa avventura dello spirito che si fa di tutto il corpo, di "libertà" estrema nei due metri quadrati della sua cella che ne fa un gigante spirituale, ed è così che ne esce fuori quella che è stata definita l'opera più grande della letteratura rumena del XX secolo.