Gerlinde Gruber è curatrice dei dipinti barocchi fiamminghi presso la Gemäldegalerie (Picture Gallery) del Kunsthistorisches Museum di Vienna dal 2006. Ha studiato storia dell'arte all'Università di Vienna, dove ha scritto la sua tesi di master sulla realizzazione di arazzi a Fontainebleau sotto il Re di Francia Francesco I. La sua scelta è stata ispirata da uno stage presso il Kunsthistorisches Museum sotto Rotraud Bauer (Kunstkammer). Gruber scrisse la sua tesi di dottorato sul pittore di genere austro-italiano, Giacomo Francesco Cipper (1664-1736) noto anche come “Il Todeschini” che coprì un'abbondanza di temi visivi nordici in opere monumentali, di cui un esempio è un dipinto lungo quattro metri basato su un'incisione di Jan Baptist de Wael. Dopo due anni trascorsi a ricercare la sua tesi di dottorato a Milano (Università Cattolica del Sacro Cuore),Da Caravaggio a Ceruti. la scena di genere e l'immagine dei “pitocchi” nella pittura italiana al museo Santa Giulia di Brescia. Ha continuato a lavorare alla costruzione di una banca dati per la raccolta di disegni e ricerche sulla provenienza (1999-2001) presso il Museo Albertina di Vienna. Nel 2001 è passata al Kunsthistorisches Museum, dove è stata inizialmente responsabile della pittura barocca olandese (posizione poi assunta da Sabine Pénot ) e della costruzione di un database digitale della collezione della Pinacoteca.