L'ultimo delicato romanzo di Pitigrilli, pieno di una ironia ormai antica, chiuso pochi mesi prima della morte e dedicato all'ultimo e forse unico sostegno della seconda sventurata fase della sua vita, quella dell'ostracismo e dell'isolamento, dell'esilio anche e della damnatio memoriae di un grande scrittore del XX secolo, brillante e temuto, temerario anche e spericolato, ridotto da alcuni suoi errori ma anche e soprattutto da invidie e opportunismi di colleghi, a semplice "spia". Quell'alleata è la moglie, Lina Furlan, una grande giurista torinese, una delle prime donne penalista in Italia
In DOLICOCEFALA BIONDA, l'autore apre uno squarcio ironico, e a volte amaro, sulla vita di un medico-mago, affarista intraprendente, amatore di successo e intellettuale brillante. Avventure paradossali, personaggi da operetta, drammi profondi sempre attraversati da un'ironia diffusa, ci intrattengono amabilmente per farci apprezzare ancora di più la brillante intelligenza dell'autore
Romanzo - Letteratura per l'infanzia - Letture per ragazzi
rilegatura rigida, 170 pp
NARRATIVA LOMBARDA. Letteratura d'infanzia, narrativa per ragazzi
Il romanzo è la storia di due fratelli brianzoli che, giunti a Milano poco prima delle Cinque giornate, hanno modo di vedere la nascita di un sentimento patriottico e il gonfiarsi dell’odio verso gli austriaci.
I due frequentano una nobile famiglia di sentimenti patriottici, che ha come fulcro una giovinetta paralizzata, Teresa. La ragazza parla di un personaggio, Chiardiluna, che compie degli atti di violenza contro gli oppressori. Ma chi è realmente Chiardiluna? Un pazzo o una persona importante e molto vicina ai ragazzi?