Traduttore: Gabriella Bertini Carageani. A cura di Gheorghe Carageani
brossura con alette, pp 550, cm 15x21
figlio di un ebreo e di una rumena, intellettuale, giornalista, giurista, subisce prima il regime fascista di Antonescu, poi il regime comunista di Ceausescu, e il carcere; e tuttavia nel carcere comunista conosce la "gioia": si converte al cristianesimo, decide che diventerà (e diventa) un monaco ortodosso, e scrive questa avventura dello spirito che si fa di tutto il corpo, di "libertà" estrema nei due metri quadrati della sua cella che ne fa un gigante spirituale, ed è così che ne esce fuori quella che è stata definita l'opera più grande della letteratura rumena del XX secolo.
PP 325, CM 21X16, rilegato con tela muta al dorso e goffrato
Non è solo una raccolta ragionata e spesso annotata di liriche su ogni sorta di animale di cielo, terra, mare, è anche una presa di posizione in tempi infausti per la protezione degli animali, che ne conobbero, narra l'autore nell'introduzione e nelle note, nell'antichità e nel medioevo, sino alla leziosaggine cortigiana del 700 con versi "su morti di cani e gatti", per poi ricadere in un barbarismo feroce verso le povere bestie... In Italia si dovette attendere il 1910 col governo Luzzatti per la prima legge in loro difesa... E' anche una storia scoiale dell'animalismo