Un testo traboccante di slogans, flash, nonsensi, finti ricordi, amnesie autentiche, voci notturni, folgorazioni gratuite, frasi inutilmente profonde, parapoesie, similpensieri, giochetti di parole: insomma tutto quello che, poco a poco, oggi, ha occupato lo spazio del teleschermo, cercando di ridurci a cretini omologhi abbandonati in preda al luogo comune. Un messaggio che Marchesi ci ha lanciato dall'altra sponda, l'ultima spiaggia dell'umana intelligenza, invitandoci paradossalmente a dedicarci più al futile che al presunto funzionalismo di questo mondo.

MARCELLO MARCHESI

LA MEZZA ETÀ

Raccolta di poesie, aforismi, gag del 1962

Il titolo anticipa probabilmente quello del libro edito nel 1963: Diario futile di un signore di mezza età. Ma potrebbe contenere anche parte di copione del varietà televisivo “Che bella età la mezza età” composto in collaborazione con Camilla Cederna.

CON DEDICA AUTOGRAFA FIRMATA E DATATA (marzo ’62) DA MARCHESI, indirizzata per quanto si può capire dalla calligrafia allo sceneggiatore ENRICO TOVAGLIERI.

Si tratta di un’autoedizione privata dell'autore non destinata al commercio, stampata in numero limitatissimo di copie per addetti ai lavori e amici

E’ la prima privata stesura (bozza diciamo) del libro succitato, stampata in ciclostile, come altri testi di Marchesi in nostro possesso (Ditteri sui Dàtteri o Essere o Benessere?)

Senza indicazioni editoriali. Volume di xerocopie, scritte al solo recto, da un originale battuto a macchina.

Dorso in tela, brossura in cartoncino ai piatti e caratteri dorati; cm24x16,5; pagine non numerate in numero 164 (poi numerate a mano, a matita, presumibilmente dallo stesso autore).

LOTTO DI RARITÀ INEDITE CON DEDICA AUTOGRAFA DI MARCELLO MARCHESI

Uno dei tre titoli (dello stesso genere, ma ne abbiamo altri suoi autografati) in nostro possesso, risalenti al 1961, due dei quali autografati e con dedica calligrafica dell’autore, e che probabilmente sono le bozze, o meglio, l’ultima stesura privata (in un caso è presente una correzione a penna) e comunque l’anteprima della trilogia di opere che avrebbe pubblicato negli anni immediatamente successivi, il 1962-63-64: "Essere e benessere?", "Diario futile di mezza età" e "il Sadico del villaggio", poi raccolti in un cofanetto intitolato "Futile e dilettevole".

I nomi dei destinatari delle dediche in genere sono di dirigenti editoriali e radiotelevisivi addetti ai testi e sceneggiature. Marchesi nella dedica in genere scrive anche la data e il suo indirizzo e anche il telefono.

Quantunque qualche esperto abbia avanzato il sospetto si tratti di “copioni” almeno per due volumi – “Essere e benessere?” è invece pari pari il titolo di un libro della “Trilogia” e non vi sono dubbi – stante il fatto che l’attività principale dell’umorista era concentrata su radio, tv, cinema e teatro, sentiamo di confermare la nostra idea: molte sono le cose che si ritrovano nella “Trilogia” succitata, e qui la si vede molto spesso nella versione primitiva.

Va comunque detto che esiste una verità mediana: Marchesi poi pubblicava raccolte delle sue gag con Rizzoli (o, viceversa, metteva in scena pezzi dei suoi libri) ed ecco il libro.

Le copie che proponiamo, per la loro natura sono state prodotte direttamente in “ciclostile” da Marchesi stesso in – ovviamente - pochissime unità, e come si vede lui stesso le ha consegnate e per lo più spedite agli “esperti” del settore che gli interessava, per un giudizio e una revisione dei testi, cosa che effettivamente poi è stata fatta. Ulteriore prova, la fattura della brossura e legatura della copertina, che è artigianale senza ulteriori riferimenti: all'epoca certi testi venivano ciclostilati dalle copisterie: le prime versioni a cura dell'autore, poi, una volta decisa la messa in scena, o il testo editoriale definitivo, dal produttore o editore. Queste sono stampe autoprodotte dell’autore.

Sul mercato si sono contati negli ultimi anni solo due esemplari di questi volumi. Si tratta di “cimeli” rarissimi e di diretta proprietà dell’autore.

MARCHESI

Marcello Marchesi (1912– 1978), fu scrittore, sceneggiatore, regista cinematografico e teatrale, paroliere e attore italiano.

Queste raccolte già difficili da definire, e sono autobiografia, diari, versi, poesie, aforismi, gag, canzonieri o ballate sballate, in ogni caso sui generis, e tutte condite con un bicchierino di livore, sono state sistematicamente riunite di recente nel volume “Il Dottor Divago”, che è la ricostruzione anche delle tante professioni e talenti dell’autore. Qui, come nei volumi che proponiamo nella loro versione primitiva, ci sono poesie, calembour, di natura stizzosa, sulle prime idiosincrasie dell’invecchiare, sfoghi di natura "civica" nella maleducata Italia degli anni Sessanta ormai arresa al consumismo, al profitto, ai "cummenda" che poi diventeranno i nostri manager [qui].

Sulla età scrive:

Scacciate/ a pedate/ spaventate con urlacci/ demoralizzate/ con strapazzi giovanili/ i disturbi dell’età. Non basta più ignorarli. Ora/ divenuti aggressivi/ bisogna beffeggiarli.

Marcello Marchesi ha paura del silenzio e quando è in casa, tiene televisione e radio accese, mentre a cena legge i quotidiani. Una vita ansiosa allo spasimo quella di questo scrittore curioso di tutto, dalle meschinità dei vip allo scontro letterario.
Sulfureo e cattivo, Marchesi ne ha per tutti: le star di Hollywood, i medici e la chirurgia (lui si definisce "catttttivo con cinque t); ad un certo punto scrive:

Ti strappo le unghie/ e ti faccio/ battere a macchina/ un capitolo/ dei Promessi Sposi.

«Una lettura non consigliata per chi ha della poesia un’idea aulica, perché qui è tutto uno smontare, un odio contro le rime, con riferimenti di miti o poesia religiosa.
Marchesi gorgheggia sulla bruttezza della spesa in un supermarket, sulle pellicce delle signore alla Scala, ogni tanto la sua alterigia disturba, ma è una cosa momentanea, come accade spesso con la poesia.

Poi uggiola e prende in giro scrittori, da Arbasino che è un magazzino a Bacchelli che ha raggiunto "l’adipe" della carriera. Marcello Marchesi era un genio, un funambolo di cui si parla pochissimo e che va riabilitato».