un libro essenziale per analizzare la schizofrenia littoria, indecisa tra la condanna del “passatismo” e l’esaltazione modernista da una parte ed il culto della romanità e dell’antico dall’altra...
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Un'indagine accurata quanto spietata degli scempi compiuti dalla "logica" imprescindibile di un "enorme barbaro". Un libro che suscita rimpianto, dolore, rabbia.
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Il fascino della "Roma che fu", condito dalla malinconia per quello che il piccone demolitore ci ha tolto per sempre.
Per chi ama Roma ed è un patito di architettura/urbanistica, è un must.