CARRELLO-ACQUISTI
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MASSERIE DI PUGLIA con 6 ACQUEFORTI originali di ROBERTO MANNI numerate e autografate dall'artista salentino. Tiratura limitata
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MASSERIE DI PUGLIA
LA STAMPERIA
Ciarla opera, in Urbino, con artisti italiani e stranieri; da diversi anni cura particolarmente la sua collaborazione con artisti pugliesi. La stamperia è condotta da un giovane artista pugliese, Gioacchino De Vanna la cui cura e sensibilità è accresciuta dall'essere l'incisione stessa il suo maggiore mezzo espressivo.
LA GALLERIA
<< Arte Spazio » con alla guida Consiglia Manzionna Bellomo, ope- ra da 11 anni a Bari, riscuotendo consensi e successi per il chiaro programma culturale che tende so- prattutto alla valorizzazione e alla divulgazione dell'arte e degli arti- sti pugliesi.
La Galleria da alcuni anni sta portando avanti, con lusinghieri ri- sultati, anche il difficile discorso della grafica.
COLOPHON
La presente cartella << Masserie di Puglia >> comprende testi di Do- menica Pasculli Ferrara e Vito Mau- rogiovanni, e sei acqueforti origi- nali di Roberto Manni, numerate e firmate dall'autore, tirate in soli centoventi esemplari, tutti fuori commercio, di cui dieci con la si- gla P.D.A., venti con numerazione romana da I/XX a XX/XX, e no- vanta con numerazione araba da 1/90 a 90/90.
Le acqueforti sono state stampa- te su carta tipo «Incisione », del- le cartiere Magnani di Pescia, con i torchi a mano della Stamperia Ciarla di Urbino.
L'edizione (n. 14) è stata curata dalla Galleria «Arte Spazio » di Bari per conto della Fratelli Dio- guardi S.p.A.
Le lastre sono state biffate nel settembre 1981
***
MONUMENTI NELLE CAMPAGNE
Le vecchie masserie pugliesi si adagiano ora su una brulla murgia la bassa collina di quaggiù ora fra gli annosi ulivi ora quasi in riva al mare ora nel deserto infinito della bionda, per le calde spighe di grano, Puglia piana.
Sono in parte abitate, in parte abbandonate, altre in piena attività; e, di lontano, si delineano, chiari, la casa dominicale, l'aia grande, la cappella, il solido muro di cinta, la colombaia, il pozzo, il sito per le bestie.
Il loro disegno, il grande quadrato quasi a mo' di antico «castrum », era già noto ai Romani e Cesare Brandi ha rilevato, anche nell'Africa lontana, lo stesso, arioso << segno >>> dei nostri vetusti colonizzatori che da Roma scesero seguendo le aspre indicazioni dei tratturi.
Da secoli gli uomini della campagna provvedono alle bestie e mungono il latte e fan- no ricotte e formaggi e coltivano i campi e potano gli alberi nel rito eterno della so- pravvivenza.
Visibili sono ancora i segni delle civiltà passate: le masserie furono difatti, sulla co- sta, fortilizi contro le scorrerie dei Turchi malandrini; nell'interno furono le rocche si- cure dei vecchi briganti; e illuminati proprietari, quando nei secoli bui degli Spagnoli, il nostro paesaggio fu imbarbarito da pezzenti e soldati di ventura, da costruzioni fatiscen- ti e avidi frati, da contadini rozzi e barbari assetati di terra, le ingentilirono, essi stessi committenti dei loro beni, di barocche facciate, di grandi saloni, di scaloni dalla spetta- colare scenografia.
Vivere in masseria non è facile Lo accertarono anche i severi inquirenti del Parla- mento italiano che, nei primi del secolo, scesero in Puglia a indagare sulle « condizioni dei contadini nelle province meridionali ». Scrissero, questi vecchi indagatori: «... l'abitu- dine di quasi tutta la popolazione pugliese di vivere in città è talmente forte che il conta- dino anche a costo di dover fare molti chilometri di cammino la sera deve tornare a са- sa. Quest'abitudine dura da secoli e non è facile rintracciare l'origine perché vuolsi da al- cuni che risalga alla seconda guerra punica, da altri alla guerra servile, da altri ancora al- l'invasione barbara ribadita in seguito dall'abbandono dell'agricoltura, dalla malaria; dal- le lotte feudali ed infine dal brigantaggio che di tratto in tratto ha pullulato in tutte le
regioni del Mezzogiorno ed in specie nelle Puglie ». Un paesaggio, dunque, quello delle masserie, sul quale la storia ha inciso profonda-
mente; e l'estro, e il felice segno grafico, di Roberto Manni hanno avuto l'occasione di pe-
netrare in profondità nel cogliere gli aspetti essenziali di alcune tipiche costruzioni con-
tadino-signorili della nostra antica terra. Ecco così, nobilitata dall'abbandono degli uomini, nel disegno vivo di Manni la sce nografica masseria Lamberti che sorge quasi alle soglie di Bari.
Forte appare nella sua dominante garitta, dove un giorno la gente si asseragliò per difendersi dall'aggressore che scendeva anche dai monti, la masseria Pantano di Gravina di Puglia.
Sa di mare vicino e di brezze marine, pur nel suo alto muro di difesa, la masseria Spina di Monopoli; e gentile, con la sua cisterna interna impreziosita, e difesa, dalla so- lida copertura, si consegna, nel disegno vivacissimo, la masseria fortificata Lamafico di Polignano a Mare.
L'excursus per masserie continua con la solida costruzione di Monte Fellone di Villa Castelli: tetti e finestre e corpi addossati alla costruzione hanno, nello schizzo partecipa- tivo di Roberto Manni, la plastica sicurezza della casa antica che, nelle sue solide mura, difende dal freddo e dal caldo, dall'invasore e dall'antica paura di vivere sotto il cielo, segno spaventoso dell'infinito eterno.
Conclude la serie la masseria Carestia di Ostuni, solenne come la facciata d'una chie- sa o una musica d'altri tempi. Chissà, forse nelle sue pietre s'annida ancora l'eco d'una toccata di Bach...
Vito Maurogiovanni
ROBERTO MANNI
MASSERIE DI PUGLIA
Cartella di sei ACQUEFORTI
edita dalla Galleria Arte Spazio di Bari
1981
RARISSIMO cofanetto con sei acqueforti originali titolate firmate e numerate a mano da Manni
EDIZIONE A TIRATURA LIMITATA di 120 (90+XXX) ESEMPLARI NUMERATI fuori commercio
copia N° 28
COFANETTO rigido 30x31, rivestito in tela di canapa, interni in legno
ACQUEFORTI 28x29, disegno originale protetto da pergamino, ciascuna titolata, numerata e firmata a mano (a matita) dall'autore, tirate a mano dalla Stamperia Ciarla di Urbino. Lastre tutte biffate il 9/1981
pp 3+6+1
la storia di 6 masserie pugliesi dal Salento alla Murgia attraverso i disegni originali dell'artista salentino
note storico-introduttive di Domenica Pasculli Ferrara e Vito Maurogiovanni