Lalla Vicoli Nada, poetessa crepuscolare, cara a Gabriele D'Annunzio.
nata a Morrovalle il 28 dicembre del 1883 dal colonnello Carlo Achille Nada e da Bianca Gennari, morta a Morrovalle nel dicembre del 1978, sposò nel 1917 l’avvocato Vincenzo Vicoli, nato a Chieti nel 1866, una vita dedicata al giornale La Provincia di Chieti. Fu proprio il marito che introdusse Lalla Vicoli Nada negli ambienti culturali del tempo. Vincenzo Vicoli conosceva Edoardo Scarfoglio, nato a Paganica, Gabriele D’Annunzio, Basilio Cascella, Francesco Paolo Michetti, Matilde Serao, poeti, letterati, pittori che amavano riunirsi, dagli anni ottanta dell’Ottocento, in un cenacolo d’artisti di rilevanza nazionale nel convento di Santa Maria del Gesù di Francavilla al Mare, acquistato da Francesco Paolo Michetti, conosciuto anche oggi come Convento Michetti. Lalla, all’anagrafe Adelaide, soggiornò a lungo a Roma ed a Firenze, ma amava sempre ritornare a Morrovalle dove aveva la propria residenza nella casa paterna, il vecchio convento agostiniano, acquistato dal padre a seguito della confisca dei beni appartenenti alle Congregazioni Religiose, voluta da Napoleone Bonaparte nel 1808.
La produzione poetica di Lalla Vicoli Nada, raccolta in una pubblicazione del 1905 con una lettera presentazione di Gabriele D’Annunzio, è conosciuta solo da pochi: “Signorina Rechilde,/ soave maestra di scuola,/ possedevate il segreto/ di rendere l’alfabeto/ più facile ai nostri marmocchi/ narrando loro una fola./ Li guardavate con gli occhi/ natanti in tanta dolcezza/ da renderli un poco bovini./ Ero anch’io fra i bambini,/ più alta di loro, ma poco,/ e vi chiedevo per gioco,/ sempre la vostra età./ Mi sembravate già vecchia./ li contavate vent’anni?/ Sono gli scherzi, gli inganni/ di chi solo cinque ne ha…”. La poesia, riportata nella monografia scritta da Mario Latini, “Il crepuscolarismo nella poesia di Lalla Vicoli Nada”, stampata dalla Digitech Srl di Recanati e pubblicata nel dicembre del 2014, richiama quella più nota di Guido Gozzano “Signorina Felicita”. Tante le poesie della raccolta “Versi” dedicate alla quotidianità. Una tra tante: “Crepuscolo grigio“: “Cade la pioggia, cade in un ritmo lento;/ piangono le vetrate/ piange il tetto, la gronda e tace il vento. // Scende la sera rapida, precoce./ Giunge a me lontano/ d’una campana la pregante voce.// Ne la casa di fronte un lume splende/ fra le imposte socchiuse;/ del cielo la tristezza in terra scende.// Per la via due fanciulle frettolose/ vanno sotto l’ombrello;/ una fioraia a lor offre le rose.// De la campana che a la prece invita/ niun risponde a la voce,/ niun prende fior. Così pur ne la vita// rose offriam da le tinte più gioconde, ma nessun si sofferma;/ spesso si chiama e niun a noi risponde! (Cfr. Lalla Vicoli Nada, Versi – Le canzoni dell’Aprile Velato – Le canzoni dei vent’anni).